La Stanza del Sogno

Gemellaggio culturale tra Calabria e Sicilia

Nell’ambito del programma di scambi culturali tra Sicilia e Calabria, il 2 dicembre 2007 alle ore 16, nelle sale del Castello del Carafa di Santa Severina (Crotone), [Santa Severina, Angelo D'Arrigo] si terrà la manifestazione: “La Stanza del Sogno” organizzata d’intesa tra l’Assessorato alla Cultura di Giardini Naxos e il Comune di Santa Severina. Il progetto multimediale ideato da Elviro Langella nasce sulla scia di analoghe iniziative da lui intraprese in rete – www.etna.tv – e in molte scuole del Paese, per diffondere il messaggio di profonda umanità del grande recordman di volo libero, etologo e scienziato: Angelo d’Arrigo. Il progetto prevede l’installazione di un’autentica “camera picta” (stanza dipinta), come concepita nel ‘500 ad esempio, dalla famosa “Camera degli sposi” del Mantegna oppure dalla “Stanza di Atteone” dipinta dal Parmigianino con scene mitologiche delle Metamorfosi di Ovidio. La Stanza del Sogno sulle cui pareti scorrerà un dipinto di 200 metri quadri, incarna una libera rielaborazione contemporanea del modello rinascimentale, nel più assoluto rispetto stilistico dell’immagine originaria del castello. L’indissolubile amore che lega la pittrice Giusy d’Arrigo al fratello prematuramente scomparso lo scorso anno il 26 marzo, ha intimamente commosso Langella. Il vero leit motiv iconografico della Stanza del Sogno si ispira esplicitamente alle appassionate opere dell’artista dipinte per la mostra itinerante: “Metamorfosi Angelo”, inaugurata nelle più rappresentative capitali della cultura nel mondo: Buenos Aires, New York, Roma, Milano, Los Angeles. La manifestazione accompagnata dall’omonima pubblicazione sulle finalità culturali del progetto curata da Elviro Langella, offre al pubblico un concerto del Maestro Giuseppe Gullotta di Giardini Naxos che eseguirà musiche da Beethoven, Strawinsky, Mussorgsky. Nell’intermezzo, gli attori del Gruppo Theatron di Santa Severina reciterà alcuni brani tratti dal libro “In volo sopra il mondo” di Angelo d’Arrigo. L’installazione che verrà allestita la prossima primavera nelle sale del Castello non potrebbe trovare cornice più suggestiva dell'orizzonte panoramico marcatamente segnato dal singolare profilo urbanistico della cittadella calabrese caratterizzata dalla cinquecentesca fortezza di Andrea Carafa svettante come una vera “Nave di pietra”. Profilo che riconcilia emblematicamente la natura dei luminosi paesaggi della Sila con le profonde radici antropologiche del territorio. L’intento artistico è quello di aprirsi alla gente con l'immediatezza di forme di comunicazione e fruizione estetiche ed emozionali - musica, pittura, danza, multimedialità - sfatando i dubbi di certo dilagante pessimismo che svuota l'azione dell'artista di ogni fiducia nell'efficacia del suo messaggio creativo sulla realtà sociale contemporanea. Una sezione dell’installazione si proietta verso la piazza antistante il castello, disegnata da Alessandro Anselmi, confondendosi con l'arredo urbano per riconquistare un rapporto stimolante con l'uomo comune destinatario e protagonista esclusivo della scena vivente di uno dei borghi più belli d’Italia. La Stanza dei Sogni richiama la straordinaria architettura di Alessandro Anselmi, intrisa di riferimenti e simboli ermetici e planetari disegnati sui “cieli” concentrici gravitanti dentro il grande zodiaco della piazza. Nelle intenzioni di Elviro Langella però, la simbolica forma ellittica allude anche all'Athanor (la fornace dell’alchimista) nonché alla camera degli antichi “incubatoi”. Luoghi consacrati ad Esculapio di “autoanalisi” e terapia onirica in uso nella pratica medica nel mondo classico greco-romano. Il simbolismo astrologico, attinge invece all’iconografia antica documentata nella pittura, nei codici, attraverso la tradizione calendariale, le rappresentazioni dello Zodiaco ed esoteriche dei libri di Alchimia. Un esempio preso a modello è rappresentato dal Salone dello Schifanoia a Ferrara con la sua singolare ripartizione dei segni dello Zodiaco nei rispettivi Decani secondo remote tradizioni egizie. Altro esempio eloquente è la “Stanza di Atteone” del pittore-alchimista Parmigianino segretamente custodita dentro le mura della Rocca Sanvitale a Fontanellato (Parma). Il particolare labirinto disegnato dall'artista Gianni Pennisi di Giardini Naxos sul pavimento dell’installazione, ha una struttura del tutto prevedibile. Nonostante l'apparente complessità dell'intreccio delle sue vie, nodi ed anse, non potremmo mai perderci seguendo l'unico possibile percorso che corre lineare senza insidie o sconfinamenti. Questa versione del labirinto mette in forma visiva in modo esemplare, l'arcano frammento di Alcmeone di Crotone che gli fa da cornice: “Gli uomini muoiono perché non riescono a ricongiungere il principio con la fine”. Le letture recitative che commentano l'eterna circolarità del pensiero del filosofo lungo i percorsi predisposti tra le sale del Castello, aiutano il pubblico a rintracciare il filo rosso nell'attraversamento dell'installazione, accompagnandolo a visitare con occhi nuovi, il rutilante mondo messo in scena dentro la macchina multimediale della Stanza del Sogno. Aggirandoci tra le inviolate mura erette da Roberto il Guiscardo sembra che il tempo voglia cristallizzarsi e ripiegare per assurdo, su sé stesso. Inverosimilmente, scorci ed echi remoti di civiltà distanti nella cronologia della storia: normanna, bizantina, greca, si trovano a coabitare all’interno del castello in perfetta sincronia in una stessa dimensione atemporale. Non sorprende affatto che la Stanza del Sogno voglia celebrare nel nostro tempo rinascenti, luminosi miti dell’immaginario dell’umanità, ripresi come fonte di ispirazione artistica della camera picta. In particolare, quello dell' “eroe contemporaneo” verso il quale siamo debitori di “una delle più belle favole del nostro tempo” : Angelo d'Arrigo. Il castello fornisce l'ambientazione più consona. Le geometrie della sua complessa, stratificata, struttura alludono all'icona del labirinto, giacché è possibile ripercorrere nel dedalo di vie e corridoi interni, il viaggio a ritroso nel tempo. Prossime a dileguare nuovamente nel miraggio dei sogni, le pareti diafane dell'installazione lasciano ancora affiorare in filigrana l'inquietante architettura del labirinto. La fortezza con le sue segrete, le sue ingannevoli botole, con l'intricata architettura degli inespugnabili bastioni e camminamenti, è la metafora più calzante del labirinto. Una volta varcata la soglia di un sito così misterioso, calati nell'introspezione dell'enigma vero del nostro “labirinto” interiore, il potere evocativo del rito dell'arte riesce a rianimare suggestioni remote di miti antichi quanto quello del labirinto stesso. La prigione di Dedalo è anche la camera di incubazione del sogno più straordinario dell'uomo: quello che si incarna nel mito di Icaro. La surreale scenografia dell’affresco avvolgente della “Stanza del Sogno” ritaglia uno spazio fantastico, sospeso nel tempo, alle spalle della performance di Giusy d'Arrigo prevista per l’inaugurazione, che rievoca intime riflessioni legate alla sua personalissima rivisitazione del mito della Metamorfosi e del “Sogno di Icaro” riaffiorante nella memoria collettiva del nostro amato Angelo.
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