
Il Viaggio in Sogno - I Libri Magici di Angelika


I DISEGNI di ANGELIKA

Ascolta il racconto:
"Voce del regista Umberto Fabi"
1a galleria di disegni - la TEMPESTA
Studi per La Tempesta
2a galleria di disegni - SOGNI
Storie di Asterio
Tamburello
Disegni
3a galleria di disegni - la Lanterna magica




Le favole di vetro
Le 50 illustrazioni realizzate ad inchiostro su vetro sono destinate allo spettacolo di fantasmagorie di Jerome

Leggi il racconto:
"la lettura recitativa è affidata alla voce
del regista Umberto Fabi"
“…Nel suo viaggio per mare, apprese dall’incessante dondolio delle onde, come nessuna linea in un disegno dovesse mai essere tracciata così rigorosamente da risultare immobile, e che tutta l’arte della pittura in fondo, non è che il tentativo di cogliere l’infinito movimento vitale delle cose.
Nella sua ghiotta caccia, l’occhio per propria natura, naufraga nel moto di una perpetua oscillazione, e solo abbandonandosi alla naturale disposizione a questo movimento vitale è dato cogliere nella giusta prospettiva, le mutevoli anime del mondo.
Sì, perché quello che a prima vista, vi apparirà null’altro che un disegno, è piuttosto, un mare corrusco solcato da infiniti vortici, linee serpentine, dalle trame e dal ritmo vibrante del tratteggio. Solo quando lo sguardo riposerà un istante lungo il periplo cui i virtuosismi della sua frenetica mano ci costringono, è possibile accorgersi che dentro quel mare increspato, attraversato da vorticose correnti perse nel turbinio di mille mulinelli, prende forma il corteo ininterrotto di figuranti che popolano il teatro dei sogni di Angelika.
Nell’intricato labirinto tracciato da quelle mani mai esauste, le trame finiscono incessantemente per infittirsi e diradarsi nello stesso foglio, costringendoci ad entrare ed uscire in un infinito, sempre diverso microcosmo, proprio come accade in certi sogni raccontati da Macrobio ove si dissolvono le leggi della prospettiva che ordinano e orientano i nostri passi nel teatro del mondo, man mano che il sognatore perde memoria di sé assieme al governo delle proprie azioni, sospendendo ogni discernimento tra il mondo reale e le vaghe chimere.
Si resta increduli di fronte ai giochi illusionistici delle forme buttate di getto e di schianto risucchiate nel gorgo delle sue tempeste impulsive, di fronte ai funamboleschi escamotage per portare in salvo le creature della sua fantasia dall’indistricabile imbroglio di mille scarabocchi e ripensamenti.
Allora, la linea cessava di obbedire al comando del polso. Era piuttosto, la linea a condurre il gioco; era il provvidenziale filo rosso a cui aggrapparsi per ritrovare sé stessi dentro il labirinto. E giovava l’esperienza degli uomini di mare che sempre raccomandavano nei loro viaggi, di annodare un filo rosso tra i cordami per dipanare l’increscioso groviglio delle gomene.
Ad ogni ora, Angelika sembrava essere giusto sul punto di dirottare, di imbarcare acqua, di imbattersi nel ruggente maelstrom dell’inappagabile demone delle sue visioni in sogno. E ecco, invece, la nostra radiosa polena rinascere vittoriosa sugli oceani burrascosi sfoggiando ogni volta, inattese, prodigiose metamorfosi.
Sconcertava la sua disarmante impudenza. Non oserei biasimarvi se arrivaste a sorridere perfino delle fantasticherie della mia candida bambina. Sosteneva, di aver apprese le regole del disegno da un… gatto parlante incontrato in uno dei suoi vagabondaggi nell’isola di Capperi.
Il gatto:
… poi, quando descrivi una forma /una forma o un suono o un colore / non parlarne in modo
chiaro / ma esprimiti vagamente /
e impara a guardare ogni cosa / con una sorta di strabismo mentale …
Dalle spume dell’Egeo fecondate dallo sperma di Urano – il cielo stellato – nasce la dea della bellezza. Per una misteriosa metamorfosi, è dal sangue del dio che risorge la stella di Venere.
L’artista attende che la conchiglia schiuda la più luminosa delle perle, come l’alchimista le affioranti effervescenze che increspano il suo mare ermetico.
Di tali prodigi, fu certo gravido il viaggio in sogno di Angelika accanto al suo Prospero. Possibile, mia ignara bambina, che nella tua giovane memoria nulla rimanga di quel naufragio, delle isole stregate ai confini del mondo, dei vascelli inghiottiti da spaventose procelle e poi, richiamati dai fondali in forza degli insondabili sortilegi di un mago?Ecco, quella speciale trance in cui è sospeso lo sguardo del pittore non è diverso dal viaggio per mare di Odisseo. Disciolto nel suo elemento originale, invaghito dei più volubili sconfinamenti, dirottando dal destino accordato dal cielo ai navigatori comuni, l’impavido cacciatore di vertigini, eternamente si spinge sul fluttuante cristallo di inconoscibili oceani. Solo definitivamente abbandonato al suo arbitrio, perso senza orizzonte né stella del cielo, nella fatale deriva, tornato più mobile dell’onda, lo sguardo dell’artista riesce finalmente a spalancare le palpebre da dietro le palpebre. A riaccendere gli occhi colmi di stupore, su indescrivibili rivelazioni, sul sogno della favola antica del mondo.
Solo così, l’onda dell’ispirazione non si sarebbe dissipata in mille rivoli, infrangendosi dentro un infinito arcipelago di dettagli in abbozzo, ove l’occhio mai più avrebbe potuto risalire la corrente creativa fino alla fonte del sentimento originario della visione.
Raccolti in un intimo diario, i disegni descrivono le suggestioni del viaggio e il ritratto fedele dei protagonisti del racconto della giovane Angelika.
Mentre tutti gli altri quaderni di disegni sono andati irrimediabilmente affondati e distrutti, conserviamo tuttora questi ultimi due, ripescati sani e salvi dal mare.
Il 30° reca il titolo: La Tempesta.
È fatto di incerata, discolorato dalla lunga consuetudine con l’acqua. Vi sono in esso disegni raffiguranti ogni concepibile concetto connesso con l’acqua: mari, tempeste, correnti, canali, naufragi, inondazioni e lacrime. Voltandone le pagine si producono onde tremolanti e obliqui temporali. Fiumi e cataratte scorrono e ribollono…
Per quanto proviate a richiamare nell’animo ricordi brucianti che hanno segnato vivissime cicatrici nel vostro sentimento profondo, non potrete facilmente cancellare dallo sguardo la scena commovente e terribile del naufragio dell’Angelika così come Tamburello raccontò alla nostra bambina. Aveva compiuto sette anni appena, quando la notte del 7 febbraio il veliero greco tra interminabili, insopportabili grida solo zittite dal mostruoso ruggito della tempesta, si schiantò contro lo scoglio di Ribera, che gli uomini di mare ancor nominano la Petra di lu Signuri…”