Mostra Nijinsky

Archivio

ROMA Sala Borromini
Oratorio dei Filippini
di Francesco Borromini

NIJINSKY

personale del pittore Elviro Langella

PRESENTAZIONE
di
Valeria GIGANTE

IL PITTORE E LA DANZA

L'immagine nella pittura di Elviro Langella è movimento e colore, palpito della natura che scivola oltre i limiti spaziali, puramente indicativi, del disegno dileguandosi nell'universo della fantasia, elegia dell'uomo calato nell'abisso della solitudine. La figura umana che emerge dall'oscuro abbraccio della terra e dell'acqua attende il compimento della sua liberazione nel puro movimento della danza. Nella scenografia del balletto si realizza il sogno dell'artista di donare soffio vitale alle creature della propria anima, il sortilegio che imprigiona i corpi nell'immobilità si dilegua, la magia della danza accoglie il segreto dell'ispirazione. Le due Muse si tendono la mano, l'arte si lega all'arte in una compenetrazione che tende fino allo spasimo l'ascesi della creatività. La visione del mondo si rivela nell'evocazione di che della danza fu genio dominatore, Nijinsky, la cui lucida follia diviene una chiave di lettura dell'universo, il volto dell'umana incertezza divisa tra la paura e la speranza, la personificazione dell'artista piegato dal Destino e salvato dalla Musa. La danza è il libero volo negli spazi del cosmo, dove la forma e il colore sono il riflesso dell'anima, e nella danza dispiega l'occulta trama dei suoi pensieri il leggendario artefice di impalpabili fantasie, sublime creatore di mobili segni. Nijinsky, fauno pensoso nel meriggio estivo, volto proteso ai raggi della luce, tacito amante della Musa, principe del balletto.

affiche

Perché Nijinsky? Nella perfezione dei movimenti, il pittore insegue l'attraente miraggio della mutevolezza, nell'amoroso incontro con la Musa il recondito significato del sogno, ma anche il filo di Arianna che segna con la sua scia gli ambigui recessi del labirinto. Nella compenetrazione delle due arti brilla un attimo di pienezza espressiva. La perfezione della danza è racchiusa nel disegno, perché non si cancelli mai più, ma a sua volta pervade le linee tracciate dall'artista, armoniosamente rivolto ad accogliere il movimento e la luce. "Io sono Dio, io sono Dio, non sono Dio" scrive Nijinsky, avviluppato e contorto negli oscuri meandri della follia compagna del genio, riversando nella suggestione delle scenografie la perenne ambivalenza dei contrasti umani e il dramma dell'uomo conteso dallo scontro di forze salvifiche e distruttrici.

Le immagini dei suoi incubi e dei suoi sogni ricevono dall'estro del pittore una trasfigurazione che le allontana dal nero abisso dell'alienazione. Il pittore ha di suo un linguaggio accattivante, un tratto netto e gentile su cui si effonde il miracolo del colore, tenace, tenerissimo, variabile, verde oro, verde verde, verde rosa, rosa oro... Il perfetto fluire delle forme riconduce ai misteri della metamorfosi classica sulla quale grava l'indecifrabile volto del destino, mentre intorno ride la natura, lieta dell'ennesimo trionfo sul patire dell'uomo, pronta a rinchiudere con possessivo abbraccio ogni creatura nel suo grembo, perché di nuovo sbocci come fiore, nuvola, ninfa... I capelli della ninfa sono rami, fronde primaverili, scie d'acqua verde-azzurrina, filamenti di roccia, ombre di vento. Nella terra, nell'acqua, nell'aria traforata dai raggi del sole, emergono e scompaiono ombre di volti, immagini di membra sciolte, legate, avvinte, favolose figure di cavalli, arcobaleni d'oro, richiamo ambiguo di nude membra acerbe, Schèhèrazade.

Alle sue mitiche figure, immerse in una sorta di sospensione onirica, il pittore affida la funzione liberatoria, che l'arte non sa negare all'artista esorcizzando le ombre dell'angoscia e l'ansioso timore che coglie l'uomo allorché guarda dentro se stesso, come Nijinsky librato nel prodigio della sua creazione di danza come Nijinsky che affida nella malinconia di Petruchka il grido della sua solitudine, come Nijinsky fragile e disperato, tenacemente proteso verso la vita finché riuscì a regersi in equilibrio sul precario filo della ragione sconvolta, come Nijinsky che scrive: "Io mi ritrovo di fronte a un baratro nel quale potrei cadere, ma non ho paura".

Valeria Lanzara GIGANTE

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LE FOTO DELLA PRESENTAZIONE A FIUMEFREDDO DI SICILIA

Fiumefreddo - Nijinsky

La mostra è stata tenuta anche a Fiumefreddo di Sicilia patrocinata dal Sindaco Prof.ssa Marinella Fiume.

Fiumefreddo - Nijinsky

Ha partecipato alla presentazione il Dott. Concetto Gullotta Presidente A.I.P.A. (Associazione Italiana di Psicologia Analitica)

Nino Graziano Luca Nino Graziano Luca

La serata è condotta da Nino Graziano Luca

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