Alla scoperta del Vesuvio
MESIMEX

Gli eventi del 2006 hanno trovato il loro rappresentativo palcoscenico all’interno di tre prestigiose dimore storiche partenopee: Villa Pignatelli e Palazzo Roccella a Napoli, la Villa Campolieto ad Ercolano, che nell’occasione della mostra sui rapporti tra “Scienza e Vulcano”, ha richiamato 6.000 visitatori.

Eventi tutti di altissimo profilo culturale pensati a degno corollario dell’esercitazione europea “Mesimex 2006” dello scorso ottobre appunto, come ci ricordano i filmati che ininterrottamente scorrono ora sugli schermi giganti della Mostra.

MESIMEX ha permesso di sperimentare su un campione di popolazione di oltre un migliaio di individui, le procedure del Meccanismo europeo di Protezione civile nell’eventualità di un’emergenza legata al rischio vulcanico che potrebbe interessare i comuni di quella che viene definita la “Zona Rossa” del Vesuvio.

La messa a punto di un efficace piano di evacuazione in un’area ad altissima densità demografica, nell’ipotesi di un’eruzione, da effettuarsi come ha specificato il capo dipartimento nazionale della Protezione Civile, Guido Bertolaso, nel tempo record di 72 ore!, è stata condivisa con altri Paesi – Francia, Spagna, Portogallo, Svezia – e con i rappresentanti di Agenzie delle Nazioni Unite, per valutazioni e suggerimenti mirati a formulare "lessons learnt" utili a migliorare il sistema di coope­razione tra gli Stati nel campo della protezione civile.

Una particolare attenzione è stata dedicata nelle tre precedenti manifestazioni in suolo partenopeo, agli studenti delle scuole primarie e secondarie di I e II grado – oltre 5.000 tra studenti ed insegnanti – con un progetto didattico che ha previsto visite guidate gratuite e indetto un concorso sul tema.

La sezione mineralogica in mostra proveniente dall’antico Osservatorio espone una varietà di piroclasti, cioè sedimenti rocciosi ignei di natura vulcanica effusiva, legati all’attività del Vesuvio.

Tra questi: le bombe vulcaniche, rocce di forma tondeggiante che vengono proiettate in aria durante le attività esplosive per poi ricadere al suolo come vere bombe, raggiungendo anche dimensioni di 1 m; scorie vulcaniche di tipo "aa" (termine hawaiano), dall’aspetto ruvido a causa delle bolle di gas intrappolate al momento della solidificazione della lava acida e densa del Vesuvio.

... pomici, anch’esse piene di gas per la loro rapidità di solidificazione; lava a corde, note anche col termine hawaiano "pahoehoe", di origine effusiva, che derivano da colate dense e si presentano come cordoni lisci.

Anche una raccolta di ceneri vulcaniche è esposta, nei contenitori dell’epoca, nei quali sono ancora conservate. Sono in mostra anche dei residui di leucite, minerale che si forma nelle lave di vulcani come il Vesuvio, derivante dalla lavorazione dell’alluminio.

Un’idrodolomite proveniente dal Monte Somma ha l’aspetto di un ammasso globulare bianco, costituito da una miscela di idromagnesite e calcite.

La storia stessa della scienza vulcanologica ha beneficiato dello stimolo continuo esercitato nei secoli dal nostro Vesuvio. A cinque mesi dalla violenta eruzione del Vesuvio del 1855, Luigi Palmieri, nominato nello stesso anno Direttore dell'Osservatorio Vesuviano, notando impercettibili terremoti, intuì l'importanza delle registrazioni sismiche e realizzò il primo sismografo elettromeccanico (esposto qui a Roma) in grado di registrare l'attività del vulcano.

La sezione dedicata alle strumentazioni scientifiche di rilevamento, geodesia e monitoraggio anch’esse di proprietà dell’Osservatorio Vesuviano, offre una panoramica dell’evoluzione degli strumenti: dai primi sismometri alle moderne apparecchiature computerizzate.
Si possono osservare i più antichi sismometri a funzionamento elettromeccanico e un teodolite polarimetrico della prima metà del 20° secolo.

Accanto a strumenti che esercitano quel fascino antiquariale dei manufatti di fini artigiani, unici e irripetibili, che non ha riscontro nell’asettica tecnologia del nostro tempo, troviamo antichissimi testi scientifici originali tra i quali un densissimo “taccuino da campagna” di Giuseppe Mercalli che successe a Raffaele Vittorio Matteucci nella direzione del Reale Osservatorio.

Non ancora concluse le recenti fatiche al Vittoriano, Giovanni Ricciardi ci fa già dono di qualche preziosa indiscrezione sulla sua prossima creatura: “Vesuvio al Cinematografo” in collaborazione con Rosella Nave.

Il DVD racconta l’attività del Vesuvio attraverso l’occhio della macchina da presa, dei cinegiornali e dei filmati delle Forze alleate, ripescando immagini assolutamente inedite.

L’interminabile galleria dei rarissimi documenti filmici pazientemente raccolti dagli archivi di tutto il mondo, contempla pellicole di eccezionale valore documentale tra cui quella realizzata dai fratelli Lumière sul Vesuvio, a soli due anni dall’invenzione del cinematografo (1894).

Desidero esprimere la mia riconoscenza al Dott. Ricciardi per la generosa accoglienza all’Osservatorio Vesuviano di Napoli; al Dott. Alessandro Nicosia, Presidente della Società: Comunicare Organizzando che ha curato l’allestimento e la diffusione dell'evento, nonché alla Dott.ssa Novella Mirri responsabile dell’Ufficio Stampa, per la loro preziosa collaborazione.

Roberto Langella

Mappa | Guida alla Navigazione | Contatti